La pratica del Qi Gong differisce da scuola a scuola, esamineremo in questa sede la pratica della scuola taoista, ossia quella seguita nella nostra scuola, e faremo solo brevi riferimenti a quella della scuola buddista.
Della scuola di cui ci occupiamo fanno parte metodi quali il Daoyin ed il Taijiquan, che pur essendo essenzialmente un’Arte Marziale da molti viene considerato un metodo di Qi Gong in quanto nella sua pratica si lavora costantemente sull’energia interna.
Nella scuola taoista la respirazione adottata durante la pratica viene detta inversa. Essa parte dal diaframma, quindi, durante l’inspirazione, attraverso un movimento del muscolo diaframmatico, si allarga la gabbia toracica senza appesantire i muscoli addominali né quelli pettorali, l’addome rimane immobile, durante l’espirazione il diaframma si ritrae e il basso ventre si sporge lievemente in avanti.
Il Bacino in molti metodi di scuola taoista è spinto lievemente in avanti in modo che il perineo sia allineato con la colonna vertebrale e con il punto Baihui situato alla sommità del capo. La linea ideale di congiunzione fra essi ricade esattamente al centro del segmento, che unisce immaginariamente i piedi del praticante.
I movimenti morbidi attuati con respirazione profonda tendono a portare Qi dall’esterno verso il nostro interno. Essi ci consentono di accumulare energia all’interno del campo di cinabro per poi rilasciarla all’interno dei nostri meridiani. I movimenti più duri o esplosivi, vedi ad esempio alcuni movimenti tipici del Taijiquan stile Chen, ci consentono di portare maggiori quantità di Qi dal nostro Dantian inferiore (campo di cinabro), ai muscoli.
In molte scuole i movimenti morbidi si alternano con quelli “duri” più esplosivi, per equilibrare al massimo la presenza di energia all’interno del nostro corpo. Altri metodi prediligono l’uso degli uni o degli altri movimenti. Altre scuole abbinano al Qi Gong in movimento, esercizi di Qi Gong statico od in quiete (ad esempio l’esercizio del palo eretto).
In ogni caso il praticante inizia la sua pratica con lo studio del piccolo circuito celeste, tipico metodo di respirazione nel quale si utilizzano due meridiani secondari ren mai e du mai, uniti in un solo circuito respiratorio-energetico, per poi passare agli esercizi del così detto grande circuito celeste, che consentirà al praticante di far circolare il Qi correttamente, nell’intero sistema circolatorio dei meridiani.
Alcuni esercizi di Qi Gong praticati in vari metodi di scuole taoiste sono detti esercizi meccanici. In questo tipo di Qi Gong il respiro assume un rilievo secondario, i movimenti del corpo al contrario sono importantissimi. Attraverso i movimenti corretti, molto simili ad alcuni esercizi comunemente praticati da chi coltiva l’arte dello Stretching, si riesce a favorire la corretta circolazione del Qi nei meridiani, che si allargano e si allungano attraverso la pratica del corretto movimento, consentendo all’energia di circolare senza ristagnare in essi. Questo consente la riduzione di molti blocchi che impediscono al nostro Qi di muoversi liberamente all’interno del nostro corpo.
Ci sono poi gli esercizi che abbiamo denominato in precedenza duri o esplosivi, in essi il praticante abbina a ciascun movimento la corretta respirazione, praticata secondo il sistema illustrato in precedenza e detto prenatale. In molte scuole, per favorire l’apprendimento da parte dei principianti in questi movimenti, viene utilizzato il metodo detto buddista o post-natale, che durante l’inspirazione espande l’addome per poi contrarlo nella fase dell’espirazione. In ogni caso, sia il movimento del corpo sia il respiro, devono essere esplosivi.
Ciò consente al Qi di esternarsi, ossia di trasformarsi in energia muscolare esterna, donando calore al nostro corpo a livello epidermico, ciò porta al controllo della nostra energia Yang, esterna o muscolare.
Infine ci sono gli esercizi già definiti in precedenza, interni o morbidi, essi al contrario dei movimenti esplosivi consentono di raccogliere energia dall’esterno e di portarla al nostro interno verso il Dantian, consentendoci di diffonderla ai nostri organi e visceri. Questo processo attuato mediante l’utilizzo di movimenti molto lenti e molto “morbidi” coordinati con un respiro tranquillo e profondo, ci consentono di giungere ad un perfetto controllo della nostra energia Yin.
Il perfetto abbinamento di questi esercizi tra di loro ed il perfetto combinarsi dei differenti atti del respiro ci consentirà di giungere al controllo della circolazione del Qi nel nostro corpo. Questo favorirà il nostro benessere, la salute migliorerà e ci consentirà di migliorare sensibilmente le nostre prestazioni fisiche. Ragione questa, per la quale molti cinesi anche in età avanzata, quotidianamente praticano Qi Gong e arti marziali interne.
Nella scuola cosiddetta buddista, la respirazione di norma adottata è quella in precedenza denominata post-natale, si parte con lo studio del piccolo circuito celeste eseguito tramite il Ba Duan Jin, gli esercizi degli otto pezzi di broccato. In seguito sono prediletti, specialmente a livello marziale, esercizi cosiddetti duri, nei quali l’emissione del respiro è esplosiva, che consentono lo sviluppo di particolari doti muscolari; l’energia in questi esercizi viene trasferita dal Dantian ai muscoli e si esterna quindi, sotto forma Yang.
Questi esercizi sviluppano le capacità della cosiddetta camicia di ferro, ossia la possibilità da parte del praticante di acquisire una particolare resistenza ai colpi inferti da un eventuale avversario o aggressore.
Bisogna considerare che nell’arco dei secoli, nella cultura e nella pratica in Cina, la dottrina e la teoria taoista e buddista si sono spesso incontrate fra di loro integrandosi e intrecciandosi, ragione per la quale troviamo in molte scuole dell’una o dell’altra corrente, esercizi di Qi Gong comuni che consentono un perfetto equilibrarsi di energia interna ed esterna.
Infine non si possono trascurare i passi effettuati nell’ultimo secolo dal Qi Gong cosiddetto medico, ossia specializzatosi nella cura di particolari patologie, attraverso il lavoro specializzato su alcuni meridiani specifici, per cui il lavoro sul singolo meridiano dei polmoni, ad esempio, porta al miglioramento ed alla cura di malattie legate alla cattiva circolazione od al ristagno dell’energia nel meridiano stesso. Fan parte di tale tipo specifico di Qi Gong l’esercizio dei cinque suoni o il Nei Jing Qi Gong. Questi metodi, messi a punto partendo da antichi esercizi già citati nel canone di medicina dell’imperatore giallo, sono stati utilizzati, a livello sperimentale, sia in oriente che in occidente, in molti ospedali e cliniche per la cura di vari malanni, con risultati molto incoraggianti.
Per ragioni di brevità sono costretto a chiudere questa breve illustrazione sui differenti metodi di Qi Gong, rimandando ad eventuali approfondimenti la precisa disanima di differenti metodi.
Un’ultima considerazione è comunque d’obbligo per chi scrive: non credo sia importante il metodo che si segue, credo sia importante credere in esso, praticarlo con costanza e dedizione, con l’aiuto di un valido insegnante. In questo campo, insegnanti improvvisati possono fare solo danno, e qualsiasi sia la scuola di appartenenza, qualsiasi sia l’etichetta che gli si appiccica, essa darà i suoi frutti consentendoci di conoscerci meglio; di sondare il nostro io profondo, oltre che di migliorare le nostre condizioni fisiche e di salute.